Marco Pizzuti è un ex ufficiale dell'esercito laureato in legge, ha
collaborato nel campo della divulgazione scientifica con il Museo
dell'Energia e ha lavorato presso le più prestigiose istituzioni dello
Stato (Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e Consiglio di
Stato).
Autore per la categoria saggistica, ha tenuto decine di conferenze in
tutta Italia ed è ospite frequente di diverse emittenti radio in qualità
di esperto di controinformazione.
Ha scritto una trilogia di bestseller: Rivelazioni non autorizzate
(2009), Scoperte archeologiche non autorizzate (2010) e Scoperte
scientifiche non autorizzate (2011). Ha poi pubblicato un
libro-inchiesta, I padroni della salute (2012), edito dalla
Sperling&Kupfer, cui è seguito Biografia non autorizzata della
seconda guerra mondiale (Mondadori, 2018).
"Sono sempre i vincitori a scrivere la storia e la seconda guerra
mondiale non costituisce eccezione a questa regola. Ciò non significa
che i vinti siano migliori dei vincitori ma solo che tutte le nazioni
coinvolte nel conflitto hanno i loro crimini ed errori da nascondere."
Marco Pizzuti ha un talento eccezionale: quello di non farsela
raccontare. Quale che sia l'argomento, legge, ascolta, approfondisce,
cerca riscontri, studia tutte le fonti disponibili e alla fine, ma solo
alla fine, ci offre la sua personale visione della storia. Un'esplosiva
ricostruzione che molto spesso si discosta parecchio da quella che tutti
quanti, compresi gli autori dei testi scolastici, indicano come l'unica
vera.
Anche in "Biografia non autorizzata della seconda guerra mondiale"
Pizzuti ricostruisce e riporta alla luce pezzi di verità finora
dimenticati o taciuti per convenienza, come i forti dubbi degli Alleati
sul presunto suicidio di Hitler nel bunker di Berlino il 30 aprile 1945.
Alla luce di una serie di carte molto scottanti e poco note, da lui
meticolosamente riordinate, Pizzuti dimostra come la grande industria e
il sistema bancario statunitensi abbiano concretamente sostenuto la
corsa all'armamento del criminale regime nazista, tanto che persino la
rivista "Time" dedicò al Führer la copertina come uomo dell'anno nel
1938, tre anni dopo la promulgazione delle leggi razziali di Norimberga.
Altre verità brucianti: Dunkerque non fu una vittoria di britannici e
francesi, bensì una disastrosa scelta strategica di Hitler che fermò i
suoi panzer a pochi chilometri dall'annientamento delle forze alleate;
prima dell'aggressione tedesca del 22 giugno 1941, Stalin aveva
elaborato un piano segreto per invadere l'Europa, così come l'attacco
giapponese alla base statunitense di Pearl Harbor fu pretestuosamente
provocato dall'amministrazione americana che ne era a conoscenza da
tempo e non esitò a mandare al massacro migliaia di soldati.
Ma è l'ultimo capitolo quello più scioccante, là dove Pizzuti ricorda
l'inutile bombardamento che rase al suolo Dresda, la scomparsa di un
milione di prigionieri tedeschi nei campi di prigionia alleati, le
240.000 donne tedesche stuprate dai soldati dell'Armata Rossa e altri
efferati crimini commessi dalle truppe di liberazione ai danni dei
civili liberati.
Un libro straordinario e coraggioso che insinua numerosi e documentati
dubbi sulla veridicità della storia ufficiale.